Unimol o il futuro o la borsa... di studio!!!

Borsa di studio, un sostegno per studiare? Ad uno studente su due.

I vari governi nel seguire le politiche di austerità stanno colpendo tutto ciò che è pubblico e, ovviamente, l’istruzione non è immune da questi attacchi. Come ogni anno la legge di stabilità contribuisce ad accrescere la differenza tra le classi sociali presenti nel paese, infatti sul fronte universitario sono stati tagliati ben 300 milioni di euro. Si stima che ben 30 atenei italiani dovranno chiudere i battenti a causa della mancanza di fondi, tutto questo mentre lo Stato finanzia le scuole private.
L’università degli studi del Molise (UNIMOL) si trova ormai senza fondi, ciò ha comportato, grazie anche al decreto derivante dalla “riforma Gelmini”, in un primo momento l’aumento della tassa regionale che è aumentata del 100% passando da 70 a 140 euro. Questi soldi sarebbero dovuti servire per coprire le borse di studio, cosa che è stata fatta soltanto in parte infatti il 49,8% (uno studente su due) degli idonei a ricevere la borsa di studio non ne potrà usufruire, questo perché le borse di studio vengono finanziate interamente dagli studenti UNIMOL attraverso la suddetta tassa ma evidentemente questo metodo di autofinanziamento non garantisce a tutti un sostegno economico. Questa è l’ennesima gambizzazione per gli studenti e in particolar modo per quelli provenienti dalla classe proletaria, che non solo sono costretti a subire gli ulteriori aumenti, ma la metà di loro non otterrà nessun tipo di agevolamento per la precaria condizione economica in cui si trovano le famiglie.
L’UNIMOL a questo punto ha deciso di chiedere a studenti e famiglie il 5x1000 del loro reddito per finanziare le borse di studio e fa passare ciò come un atto di responsabilità e di lungimiranza. Tutto ciò è inaccettabile, non possono essere gli studenti a finanziare le loro stesse borse di studio. Finanziarle è senz'altro un atto di responsabilità ma è un atto che non devono affrontare gli studenti, costretti già a sborsare cifre esorbitanti per poter studiare (a cominciare dalle tasse d’iscrizione, ai libri, alla mensa e ai trasporti, altro grave problema nel Molise che grava come sempre su studenti e lavoratori) ma deve essere affrontato dallo Stato e dalla Regione.
Questa mancanza da parte dello Stato si traduce con una diminuzione degli iscritti all'università o con un alto numero di abbandono dei corsi, ma chi è costretto a ciò non è di certo chi può permettersi di pagare le alte cifre ma sono i figli dei lavoratori che non potendo frequentare l’università devono cercare lavoro diventando il futuro proletariato, la futura classe sfruttata. 
A ridurre gli idonei alla borsa di studio, interviene, inoltre il decreto “Determinazione dei livelli essenziali e requisiti di eleggibilità delle prestazioni per il diritto allo studio universitario” che prevede una modificazione dei parametri per l’assegnazione della borsa di studio. Sono ridotti i borsisti secondo il criterio anagrafico, età massima di 25 anni per borsista triennale iscritto al primo anno e di 32 per borsista magistrale iscritto al primo anno. Ciò va a colpire principalmente gli studenti-lavoratori che dovendo sia studiare che lavorare impiegano molto più tempo a concludere l’università, e ora il messaggio che si sta mandando è che il tempo per seguire l’università con calma e intanto lavorare non c’è. O si fa l’uno o l’altro. Fare entrambe le cose creerebbe molte difficoltà ampliate dal fatto che l’università dopo un certo anno non ti aiuta neppure più con la borsa di studio. Come sempre questo è un attacco rivolto alle fasce più deboli dato che i figli dei benestanti non si pongono neppure il problema di dover lavorare e al tempo stesso studiare e hanno la strada libera per andare velocemente avanti negli studi.
E’ evidente ormai l’attacco che la classe dominante del nostro paese sta portando contro l’istruzione attraverso le controriforme.
L’unico strumento che gli studenti possiedono per ribaltare i rapporti di forza e quindi per riconquistare vecchi e nuovi diritti è la lotta nei luoghi di studio, legata indissolubilmente alla lotta dei lavoratori.

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